Agli amici romagnoli, soprattutto, ma non solo di Francesco Nucara Dopo la formazione del cosiddetto Terzo Polo o Polo della Nazione e dopo le pubbliche dichiarazioni, nonché le prese di posizione, anch’esse pubbliche, che un più che autorevole esponente del Partito Repubblicano Italiano ha assunto, si è messa in movimento un’operazione che, ancorché di probabile minima portata numerica, potrebbe diventare devastante per la credibilità politica del nostro piccolo Partito. Non siamo preoccupati dalla quantità delle firme che si possono raccogliere per contestare una più che legittima decisione politica. Siamo invece preoccupati dalla pochezza culturale che tale iniziativa porta in sé. Abbiamo sempre sostenuto, e in buona compagnia, che tra il nostro partito, pur con, ormai, le sue deboli strutture e la sua labile forza politica, e i cosiddetti movimenti, c’era una ben grande differenza proprio sul "metodo" prima ancora che sul "merito" delle idee. Abbiamo sempre sostenuto, anche in questo caso in buona compagnia, che nel nostro Partito si celebravano i Congressi e soprattutto si tenevano le Direzioni Nazionali, in cui si votava, talvolta anche su posizioni contrapposte. Quando si arriva alla raccolta di firme per contestare decisioni prese a larghissima maggioranza, o forse è meglio dire quasi all’unanimità, si entra in un tunnel politico dal quale sarà difficile uscire. E’ nei dibattiti, possibilmente pubblici, che si crea la posizione politica del Partito, e non con la raccolta di firme spesso ottenute per telefono, a centinaia e centinaia di chilometri di distanza. Non credo sinceramente di dover partecipare ad una gara sul numero della raccolta di firme pro o contro la segreteria o, meglio ancora, pro o contro la Direzione Nazionale. Abbiamo sempre pensato e operato, pur tra tanti errori, per il bene supremo del mondo repubblicano, senza mai farci prendere la mano da posizioni o, peggio ancora, da egoismi personali. Abbiamo pazientato fino all’inverosimile nell’andamento politico a zig zag che c’è stato proposto negli ultimi 20 anni. A cominciare dal 2001 fino ad oggi. Abbiamo modificato e cambiato ben 5 o 6 posizioni politiche: Sinistra-Destra-Sinistra-Destra-Centro. Soli, o in compagnia. No alla fine della diaspora perché ti "fregheranno" la segreteria; no alla delega per le amministrative di Ravenna, perché tanto ti verranno contro; no alle riforme statutarie perché si indebolisce il ruolo guida del segretario, e perché fare entrare in Consiglio Nazionale e in Direzione chi non aveva avuto titolo congressuale era ancora un ulteriore errore. Cari amici romagnoli soprattutto ma non solo, visto che avete tanto a cuore la recente posizione politica terzo-polista siate conseguenti e, a Ravenna come a Cesena, pensate, e anche sollecitamente, a organizzare una presenza repubblicana con i terzo-polisti abbandonando finalmente e una volta per tutte le spire del Partito Democratico, dell’IDV e di SEL. Purtroppo non credo che avrete tanto coraggio visto che il segretario provinciale di Ravenna si è battuta alle primarie per essere candidata alla presidenza della Provincia. Venite al Congresso e dite la vostra. Se convincerete i delegati saremo noi a dover cambiare idee e a consegnarvi le chiavi del Partito. Chiedo scusa, le chiavi non ci sono più. Rimangono gli ideali; ma in quanti ci credono? L’unica speranza, che è difficile tradurre in realtà, sono i giovani (di idee, non di età, e se le due cose coincidono tanto meglio). Non vogliamo fare accordi con chi vuole il ritorno dei Borboni (MPA di Raffaele Lombardo); è già tanto che dobbiamo sopportare la Lega. La domanda da porsi è: perché la Lega sta "sfondando" in Emilia Romagna? Di tutto questo bisognerà parlare al nostro Congresso di fine gennaio. Magari anche di come mai la candidata del Pri alle primarie del centrosinistra di Ravenna arriva quarta su 4 e non ottiene nemmeno i voti di tutti gli iscritti del partito. |